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Wednesday, December 27, 2006

da l' ancora: documento contro le ultime iniziative lucrose (per chi?) sull' acna e la regione piemonte cosa fa?

link:
http://www.lancora.com/06/2006-12-17/art_1p_03.html

testo:


Acna: documento contro l'esclusione piemontese

Acqui Terme. Convocata dall'assessore all'Ecologia del Comune di Acqui Terme, Daniele Ristorto, si è svolta nella serata di martedì 12 dicembre, a palazzo Robellini, una riunione del Comitato di crisi Acna - Valle Bormida per valutare gli sviluppi generati dalla firma, avvenuta il 26 giugno scorso, di un protocollo d'intesa tra Regione Liguria, provincia di Savona, Commissario delegato alla bonifica e Syndial, proprietaria dello stabilimento ex Acna ed interessata al progetto di reindustrializzazione del sito di Cengio. Alla riunione ha partecipato l'ex commissario delegato, Stefano Leoni, ed è stato stilato un documento che sarà inviato al Ministero dell'Ambiente ed alla Presidente della Regione Piemonte, nel quale si richiede che la medesima Regione prenda posizione contro l'accordo che esclude la collettività piemontese dalla possibilità di partecipare alle scelte di riutilizzo del sito a fine bonifica e che deresponsabilizzi il soggetto inquinatore. "Mi chiedo perché la Regione Piemonte - afferma l'assessore Daniele Ristorto - nel corso di questi due anni non sia intervenuta bensì abbia accettato in modo passivo le decisioni assunte dalla Liguria. Dopo aver promesso in campagna elettorale il pieno coinvolgimento della popolazione piemontese, proponendo anche la rinomina dell'ex Commissario delegato Leoni, ha lasciato tutto il potere decisionale alla Liguria ed all'attuale Commissario sino ad arrivare ad un protocollo d'intesa nel quale la Regione Piemonte non è neppure citata".Il documento inviato alla presidente della Regione, Mercedes Bresso, ed al Ministro dell'ambiente e Territorio, Alfonso Pecoraro Scanio, afferma che "il completamento dell'ultimo intervento di messa in sicurezza dell'emergenza ha segnato la fine dello stato di contingente pericolo per la Valle Bormida: ciò non significa che non debbano essere proseguiti e completati gli interventi di risanamento e ripristino ambientale, quale livello di risanamento minimo dovuto alle collettività piemontesi e liguri.Negli ultimi due anni si è perso quello spirito originario di collaborazione attiva e proficua fra le Amministrazioni Nazionali, Regionali e Locali; a fronte di un accordo siglato il 4/12/2000 e condiviso da tutte le Amministrazioni interessate: tre Ministeri, due Regioni e tutte le Province coinvolte per territorio. Dobbiamo purtroppo registrare che dopo sei anni è stato siglato un protocollo di intesa che esclude la collettività piemontese, ossia quella che è stata da sempre la più danneggiata, che intende deresponsabilizzare chi invece ha inquinato, facendo ricadere sulla popolazione gli oneri di gestione di un sito ancora da bonificare". La richiesta è pertanto quella "che non venga dichiarata la proroga dello stato di emergenza; che, visti i contenuti del protocollo di intesa del 26.7.2006, la Regione Piemonte si esprima pubblicamente contro l'accordo stesso e si attivi con tutti i mezzi a disposizione per denunciare le palesi illegittimità che l'atto contiene; che sia aggiornato l'accordo di programma del 4.12.2000 per completare le operazioni di bonifica, avvalendosi delle due Società Consortili Liguri e Piemontesi (Ce.STA e CREB) e sia avviato un tavolo congiunto di definizione dello sviluppo sostenibile della Valle, sia sul versante ligure che piemontese, tenendo conto anche della futura fruizione del Fiume Bormida; ed, a seguito dell'avvio della gestione ordinaria, venga costituito un Osservatorio Interregionale di supporto all'istruttoria per il procedimento di valutazione degli interventi di bonifica e di ripristino ambientale". (red. acq.)

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