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Friday, January 05, 2007

da la gazzetta d' alba, c. olocco:emergenza in liguria, situazione in piemonte, diossina

http://www.stpauls.it/gazzetta/0701ga/0701ga02.htm


Stato di crisi e Commissario confermati per un anno, ma limitatamente all’area di Cengio
Acna: emergenza solo ligure
di CORRADO OLOCCO

Per il Piemonte 30 milioni di fondi straordinari e i tre quarti del risarcimento ambientale (se ci sarà).
I sindaci dell’alta Valle Bormida chiedevano la proroga dello stato di emergenza per Cengio e Saliceto e la conferma del commissario Giuseppe Romano; quelli della media e bassa valle volevano invece la chiusura dello stato di crisi e una gestione ordinaria della bonifica, monitorata da un osservatorio interregionale. Il 27 dicembre, in una seduta-lampo del Consiglio dei ministri (mezz’ora, stando ai comunicati ufficiali), il Governo ha spiazzato quasi tutti, prorogando per 12 mesi lo stato di emergenza, ma solo per Cengio, rinnovando il mandato al prefetto Romano.
Quindi, bonifica divisa tra Piemonte e Liguria, nonostante il sito sia definito "di Cengio-Saliceto". La bonifica a valle dell’Acna (dove, come è noto, si trova anche diossina, come si legge nel box a fianco) toccherà dunque al Piemonte, anche se per capirne di più bisognerà vedere il testo definitivo del documento, che non avevamo ancora potuto visionare quando è stato chiuso questo numero di Gazzetta.
Il provvedimento ha destato alcune perplessità. L’Associazione rinascita Valle Bormida, in un documento diffuso sabato scorso ha parlato di «pasticcio legale che non sarà facile dipanare» e critiche sono arrivate dalla Liguria. In una dichiarazione riportata dal Secolo XIX, il presidente della Provincia di Savona Marco Bertolotto ha parlato di «una bonifica a due velocità, che potrà essere un intralcio per la reindustrializzazione del sito».
Soddisfatto, invece, l’assessore all’ambiente della Regione Piemonte Nicola De Ruggiero: «Era quanto volevamo per poter lavorare nell’ambito di un’ordinaria procedura di bonifica, come avviene in modo assai positivo a Casale Monferrato o a Basse di Stura. La proroga dell’incarico al prefetto Romano non ci vede d’accordo, ma, visto cosa il Piemonte porta a casa, la questione diventa assolutamente marginale». Ciò che il Piemonte "porterà a casa" (De Ruggiero dixit) sono: 30 milioni di euro di fondi straordinari del Ministero dell’ambiente e il riconoscimento che il 75 per cento dei risarcimenti per il danno ambientale andranno al versante piemontese, danno ambientale peraltro ancora tutto da quantificare (e da riconoscere; la procedura venne avviata da Leoni tre anni e mezzo fa e non si sa come andrà a finire). «Abbiamo ottenuto il primo vero risarcimento per il Piemonte. Con le risorse disponibili e quelle che arriveranno si lavorerà per la rinascita e per il monitoraggio, avvalendoci del nuovo osservatorio, affidato nelle scorse settimane al Consorzio regionale delle bonifiche presieduto da Stefano Leoni», conclude De Ruggiero.
Corrado Olocco


Diossina: secondo l’associazione "Valbormida viva" non si trova soltanto nelle due aree di Saliceto

Don basta bonificare la diossina trovata in due zone di Saliceto. È necessario eseguire indagini più accurate a valle dello stabilimento per vedere se la sostanza è presente anche altrove. Lo afferma il presidente dell’associazione Valbormida viva Ilvo Barbiero, che già nel 1988 parlò di diossina nella zona, 14 anni prima che le analisi effettuate dall’allora commissario Stefano Leoni confermassero la presenza della sostanza a Pian Sottano e Case Bazzaretti di Saliceto. «Le analisi dei terreni all’interno del sito Acna sono state eseguite in modo dettagliato e accurato, con prelievi di terreno a distanza di pochi metri, mentre all’esterno sono stati effettuati controlli a campione (20 prelievi tra Cengio, Saliceto e Bistagno, ndr). Se anche all’esterno si eseguissero indagini accurate come all’interno dell’Acna si scoprirebbe quasi certamente che c’è più diossina di quella scoperta finora. Il risanamento della vallata non deve finire eliminando la diossina negli unici due punti in cui è stata trovata, anche perché altrove non è stata neppure cercata», afferma l’ingegner Barbiero.
La questione della diossina in Valbormida (di cui parlò anche nel 1989, ad Acqui Terme, il professor Armon Yanders, dell’Università del Missouri) è sempre stata controversa. La svolta arrivò nell’estate del 1994, quando saltò fuori un documento «rigorosamente riservato con preghiera di distruzione dopo visione» (così era scritto nell’intestazione) del 6 agosto 1992, nel quale il presidente dell’Acna Alessandro Di Mattia scriveva all’amministratore dell’Enichem Giovanni Parillo: «Esiste l’immanente pericolo che possa essere accertata nella nostra produzione di ftalocianina la presenza di diossina».
c.o.

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