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Tuesday, February 20, 2007

da la nuova ecologia:emergenza permanente

http://www.lanuovaecologia.it:80/ecosviluppo/politiche/7150.php



Emergenza permanente
Fiume Sarno
A leggere la Gazzetta ufficale d'inizio 2007 c'è da preoccuparsi. Ci sono ben 28 proroghe di dichiarazioni di stato di emergenza. Un viaggio a ritroso nel dissesto ambientale del Belpaese e nell'incapacità a risolvere i problemi /di TONI MIRA
A leggere la Gazzetta ufficiale d’inizio 2007 c’è da preoccuparsi. Le pagine del documento sono piene di alluvioni, frane, terremoti, eruzioni vulcaniche, inquinamenti industriali e via dicendo. Si tratta di ben 28 proroghe di dichiarazioni di stato di emergenza, vicende vecchie e vecchissime, ma evidentemente non ancora risolte. A sfogliarle c’è veramente di tutto, una sorta di storia dell’emergenza italiana, un viaggio a ritroso nel dissesto ambientale del Belpaese, ma anche nell’incapacità a risolvere i problemi in tempi ragionevoli. Troviamo così la proroga dell’emergenza per la «situazione socio-economico-ambientale determinatasi nel bacino idrografico del fiume Sarno». Fuor di burocratese, si tratta del gravissimo inquinamento del fiume campano per il quale lo stato di emergenza venne dichiarato nel 1995. Poco meno vecchia è la vicenda dell’Acna di Cengio (Savona), cosiderata la più inquinante industria italiana. Lo stato di emergenza risale al 1999 ma, evidentemente, malgrado molti proclami sui risultati raggiunti il caso non è risolto. Sorge un sospetto: si chiede la proroga perché fa comodo utilizzare ancora le deroghe in materia ambientale, di appalti e contabile?L’elenco è lunghissimo e non si salva nessuna regione. Troviamo così il terremoto di Umbria e Marche (1997) e quello succcessivo di Terni (2000), la «tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione» della Puglia (2001), la crisi «socio-economico ambientale» nella laguna di Marano-Grado (Friuli-Venezia Giulia), il terremoto di Molise e Puglia, l’eruzione dell’Etna e il sisma in provincia di Catania, le conseguenze del vulcanesimo nelle isole Eolie, tutti del 2002. Emergenze veramente eccezionali e altre ormai croniche. Che dire della situazione del traffico e della mobilità a Mestre, il cui stato di emergenza risale al 2003? Così come quello a Lampedusa e Linosa per gli sbarchi dei clandestini. E come mai sono sempre “eccezionali” le avversità atmosferiche? Al Nord come al Sud, dal Friuli alla provincia di Matera, da quelle di Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini a quelle di Cagliari, Nuoro e Sassari. Ritardi, incapacità, o qualche “furbetto” dell’emergenza? Anche perché le emergenze vere certo non mancano, come insegna il più che lodevole lavoro della Protezione civile e di tante associazioni di volontariato. E se i tempi si allungano la coperta, sopratutto quella finanziaria, non può bastare.19 febbraio 2007

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