Sui giornali

SUI GIORNALI

Thursday, November 30, 2006

da la gazzetta d' alba, c. olocco:le associazioni sul futuro acna

http://www.stpauls.it/gazzetta/0645ga/0645ga09.htm#2

da greenreport:germania e rifiuti acna

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=4767
La Germania ci fa da pattumiera: perché l´Italia è più ambientalista?
Lo stillicidio di notizie sul trasporto di rifiuti in Germania (urbani, speciali e pericolosi) non viene mai associato con le emergenze e la piaga delle ecomafie. Controlli alla produzione e dotazione infrastrutturale continuano ad essere obiettivi ignorati da tutti
LIVORNO. Non ci sono solo i traffici illegali verso la Cina, come quello di cui si parla nell´articolo precedente. E´ partito ieri mattina, poco dopo le 11,15, dallo scalo ferroviario interno allo stabilimento Acna di Cengio, un treno carico di rifiuti provenienti dai lagoons con destinazione la miniera di salgemma Gts di Teutchsental, nell´ex Germania dell´Est. Il convoglio è l’ultimo di una lunga serie che è iniziata quattro anni e che ha trasferito nel deposito tedesco 132.015 tonnellate di sali essiccati corrispondenti a 90.224 big bags. Prima fase della bonifica dell’area occupata un tempo dall’Acna e adesso di proprietà Syndial, società del Gruppo Eni, che ha rilevato il sito ex Acna con il compito di bonificarlo. Dalla Campania per adesso i rifiuti accumulati per l’ennesima fase di emergenza non andranno in Germania, che ne ha accolti due anni fa diverse migliaia di tonnellate, perché per il momento saranno sufficienti le discariche di altre regioni che per federalismo solidale o business si sono dette disponibili a supportare la fase di emergenza. Ma l’ex paese del marco, preso spesso a modello per aver fatto da apripista nel settore della gestione dei rifiuti, è non solo in casi eccezionali capolinea di rifiuti che provengono anche da altre regioni italiane e non in emergenza, come la Lombardia e la Toscana. Rifiuti che vanno, rifiuti che vengono, potremo dire. Non è infatti un segreto, anche se da questo punto di vista le notizie sono in genere molto meno prolifiche, che dalle regioni industrializzate e organizzate del centro nord in maniera più ordinaria che straordinaria, si effettuino trasferimenti dei rifiuti prodotti nei loro territori e dalle loro imprese proprio nelle regioni commissariate e in emergenza in media da una decina d’anni, e spesso anche in Germania, che offre servizi efficienti a prezzi ragionevoli. Oggetto di questi trasferimenti sono quasi sempre rifiuti che convenzionalmente vengono classificati nella categoria degli speciali, data la loro origine industriale e non domestica, ma di fatto sempre di rifiuti si tratta.Un mercato che spesso contribuisce a ingrossare il settore delle Ecomafie, che come ha dichiarato l´alto commissario anticorruzione Gianfranco Tatozzi nel presentare al Cnel lo studio realizzato dall’istituto che preside, è diventato un vero e proprio «sistema eversivo di contropotere capillare ed insidioso in grado di condizionare e gestire il mondo del lavoro e rilevanti settori economici ed amministrativi». Un giro d´affari, quello dell´ecomafia, che è arrivato a gestire quasi 180 miliardi di euro in poco più di dieci anni e che conta oltre 200 clan criminali coinvolti nell´illegalità ambientale, come da anni Legambiente denuncia con il suo annuale rapporto sul fenomeno. E come anche lo studio dell´Alto commissario sottolinea, quando dice che ormai «il traffico di rifiuti pericolosi trattati e smaltiti con sistemi illegali costituisce una vera attività economica, lucrosa e ben sviluppata» e che produce «una pressione ambientale drammatica e l´acquisizione di rilevanti profitti per le organizzazioni criminali».Un fenomeno conosciuto, anche nei suoi meccanismi più profondi. Un fenomeno analizzato a tutti i livelli, dalle forze dell’ordine impegnate ormai con i propri corpi specializzati in filoni di indagine che portano quasi quotidianamente ad arresti e sequestri di impianti; alla magistratura che ha aperto processi importanti, dalle istituzioni che hanno dato vita alla commissione ormai permanente sul ciclo dei rifiuti, all’associazionismo, in particolare Legambiente che ha avuto il merito di mettere in fila i tanti elementi che hanno portato a comprendere il fenomeno nella sua complessità, al giornalismo.Si è parlato di danni all’ambiente che questo problema ha creato e da un po’ di tempo si parla anche delle devastanti ripercussioni su settori economici strategici e importanti per il paese. Si torna a chiedere a gran voce che i delitti contro l´ambiente vengano introdotti nel nostro Codice penale, Legambiente lo chiede da anni, per contrastare il fenomeno. Ma se è sicuramente importante e urgente una riforma essenziale del nostro ordinamento in materia di tutela giuridica dell´ambiente che possa contrastare il fenomeno dell´ecomafia, è altrettanto importante e urgente agire anche dal lato prevenzione oltrechè dal lato repressivo. Come denuncia anche chi opera in prima linea in questa lotta impari. Donato Ceglie alla domanda se basta la repressione per sconfiggere l’ecomafia, postagli in una intervista di Peppe Ruggiero (pubblicata su Pianeta Rifiuti) risponde infatti: «Non c’è dubbio che l’articolo 51 bis ha dato la possibilità al mio e ad altri uffici di procedere ad arresti e dare risposte repressive molto efficaci» e che «l’inserimento degli articoli sui nuovi reati ambientali nel nuovo codice penale (…)rappresenterebbero uno strumento di gran lunga più efficace (…)La soluzione del problema passa attraverso una più diffusa coscienza e sensibilità istituzionale e attenzione al rispetto delle regole (e quanto siano chiare le regole lo rilevava anche ieri greenreport, ndr). Il sistema Italia si deve munire di impianti e di reti che consentano una corretta gestione del ciclo dei rifiuti». E’ evidente quindi che una sanzione penale oltrechè di tipo economico e amministrativo sarebbe un importante deterrente soprattutto per sfilacciare il fenomeno dei traffici illeciti nel settore dei rifiuti, ma il problema andrebbe affrontato soprattutto all’origine, ovvero a livello strutturale e di controllo laddove i rifiuti vengono prodotti.Si legge infatti in un passo delle conclusioni del documento della Commissione parlamentare d´inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, approvato dalla Camera il 25 ottobre 2000, che «ad alimentare il mercato illecito sono anche industrie a rilevanza nazionale ed internazionale, comprese aziende a rilevante partecipazione di capitale pubblico. Per tutte il minimo denominatore comune e` la ricerca dello smaltimento al minor costo, senza alcun controllo sulla destinazione finale del rifiuto. Nella gestione illecita del ciclo dei rifiuti non si registrano forme di concorrenza o scontri come invece accade in altri settori criminali (traffico degli stupefacenti o controllo del racket): il business e` evidentemente talmente consistente da rendere preferibile la collaborazione alla concorrenza spietata. (...)».Controlli alla fonte (cioè alla produzione) e dotazione infrastrutturale dunque. Senza questi due elementi, per dirla con il lessico antagonista, la Germania continuerà a «farci da pattumiera» e il dubbio di chi sia sulla strada sbagliata continuerà a non venire a nessuno.

da agenfax: il piemonte deve fare parte dell' accordo

http://www.agenfax.it/index.php/content/view/7387/44/

ACNA: ANCHE IL PIEMONTE NELL'ACCORDO REINDUSTRIALIZZAZIONE



(el.cor.29/11) -“Oltre che allo svuotamento dei lagoons, la Regione Piemonte dovrebbe stare attenta a non essere esclusa dagli accordi per la reindustrializzazione del sito Acna di Cengio, siglato nello scorso luglio”. Così Ugo Cavallera, consigliere regionale di Forza Italia, commenta il completamento del trasferimento dei reflui salini dell’Acna di Cengio(foto) verso la Germania.“In realtà la vicenda Acna – dice Cavallera – è tutt’altro che conclusa, perché ci troviamo di fronte a una bonifica parziale del sito, e a una messa in sicurezza permanente che richiede un monitoraggio continuo della situazione.
L’accordo firmato da Regione Liguria, Provincia di Savona, Comune di Cengio, società consortile Cengio Sviluppo, Syndial, e il commissario delegato alla bonifica del sito, esclude inspiegabilmente la Regione Piemonte, che è invece sempre stata uno dei protagonisti dell’azione di risanamento. Le condizioni alle quali viene ceduto il terreno destano forti preoccupazioni e, a mio avviso, non sono tali da garantire l’assoluta sicurezza, nel caso in cui si verificassero problemi nel futuro”. Nell’accordo si prevede espressamente che l’ex Acna non sarà per nessun motivo chiamata a rispondere di contaminazioni passate o future che si evidenziassero successivamente al sesto anno dalla certificazione dell’avvenuta bonifica. Inoltre, le parti potranno anticipare fino a un massimo di quattro anni il suddetto termine.“Se le parti saranno d’accordo – osserva Cavallera – dopo due anni l’ex Acna non risponderà più di nessun problema che possa intervenire. E’ un tempo troppo breve per dare garanzie sicure. A mio avviso sarebbe senz’altro necessario ottenere una fideiussione per un periodo molto più lungo, vista la complessità dell’intervento. Mi auguro che la visita a Cengio dell’assessore all’Ambiente sia il preludio a una revisione dell’accordo, e al riconoscimento di un ruolo paritetico per il Piemonte a fianco della Liguria. In caso contrario verrebbero smentiti anni e anni di impegno congiunto delle istituzioni liguri e piemontesi. Insomma, non dobbiamo sentirci appagati dallo svuotamento dei lagoons, perché il risanamento deve ancora essere completato e quindi attentamente verificato”.

Wednesday, November 29, 2006

altre notizie sull' ultimo treno

http://www.lanuovaecologia.it/inquinamento/acqua/6667.php

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INDUSTRIE
I rifiuti dell'Acna in Germania
Conclusa l'attività di messa in sicurezza del sito, prosegue la bonifica. Trasferite in una miniera di salgemma tedesca 132000 tonnellate di sali essicati. Il commissario ai lavori: «Ora non ci sono veleni»
È partito questa mattina, poco dopo le 11,15, dallo scalo ferroviario interno allo stabilimento Acna di Cengio, l'ultimo treno carico di reflui salini con destinazione la miniera di salgemma Gts di Teutchsental, nell'ex Germania dell'Est. Il convoglio partito oggi, alla presenza degli amministratori liguri e piemontesi, è il 185/o. Il primo era partito il 16 settembre 2002. Complessivamente sono state trasferite nella miniera tedesca 132.015 tonnellate di sali essiccati corrispondenti a 90.224 big bags. A gestire il progetto, che ha consentito di evitare il trasporto su gomma impegnando 10 mila viaggi di automezzi, è il Ministero dell'Ambiente e il Dipartimento della Protezione Civile nonché Syndial, società del Gruppo Eni, che ha utilizzato per il trasporto la società Ecolog.Syndial, che rilevò il sito ex Acna con il compito di bonificarlo e restituirlo alla comunità, ha così anticipato i tempi di un mese rispetto al programma. Intanto, procedono a ritmo serrato anche le altre fasi della bonifica ed entro il 31 dicembre 2007, circa 40 mila metri quadri di aree bonificate saranno già restituite alla cittadinanza di Cengio. La bonifica sarà completata entro il 31 dicembre 2008. «Dopo quattro anni di lavori possiamo finalmente dire che non ci sono veleni - ha affermato il Commissario Straordinario per l'ex Acna il Prefetto di Genova Giuseppe Romano - ora bisognerà completare la bonifica e cominciare già a pensare al riutilizzo delle aree». Dello stesso avviso anche l'assessore Regionale all'Ambiente Franco Zunino: «Oggi è un giorno importante, ma dobbiamo cominciare a pensare al futuro e a una riqualificazione del sito con ricadute economiche e occupazionali nel rispetto dell'ambiente». 28 novembre 2006
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2002 copyright - Editoriale La Nuova Ecologia soc. coop. a r.l.


http://www.giornal.it/Pagine/Articolo/Articolo.asp?ida=14085
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29/11/2006 8.49.12
Acna e Fabbricazioni Nucleari bonificate, partiti gli ultimi convogli
“Lo svuotamento completo dei lagoons dell’ex Acna di Cengio, seppure sia da registrare come un risultato importante nel processo di recupero del sito, non significa che debba venir meno l’attenzione della Regione Piemonte nel disegno complessivo della bonifica, della messa in sicurezzadell’intero corso del fiume a valle dello stabilimento e del rilancio ambientale, sociale ed economico complessivo dell’intera valle Bormida”. Nicola de Ruggiero, Assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, pur salutando con favore l’ultimo viaggio ferroviario verso la Germania di reflui salini provenienti da Cengio, in modo molto netto, ricorda che ci sono ancora molte cose da fare.“La bonifica non è finita - aggiunge - e bisogna assolutamente ragionare sul futuro dell’intera area e del corso del fiume. Il ripristino ambientale è fondamentale e, nello spirito dell’accordo siglato nel dicembre del 2000, anche la Regione Piemonte deve assolutamente condividere con gli altri soggetti interessati il percorso da intraprendere. Non bisogna dimenticare che si tratta di un sito da bonificare di interesse nazionale, dove anche la nostra Amministrazione deve essere obbligatoriamente interpellata perdefinire la prospettiva futura”.“La Regione Piemonte - conclude de Ruggiero - ha deciso di affidare al Creb, il nuovo Consorzio Regionale delle Bonifiche costituito dalla Provincia di Alessandria e dall’Università del Piemonte Orientale, di cui è presidente l’avvocato Stefano Leoni, l’incarico di istituire un osservatorio permanente sulla Valle Bormida. E’ una scelta che va anche incontro alle richieste delle popolazioni e delle associazioni locali.L’osservatorio servirà non solo per verificare l’andamento della bonifica dell’ex Acna, ma anche come incubatore di un progetto di rilancio globaledell’area”.Sempre ieri è partito dalle Fabbricazioni Nuclearik di Bosco Marengo l’ultimo convoglio carico di due tonnellate di scorie radioattive di uranio naturale e impoverito verso il Kazakhistan. La Sogin proprietaria dell’impianto fa sapere che non ci sono più pericoli per FN, ormai priva di rifiuti tossici. Resta solo qualche scoria in "minime quantità".

dall' ansa l' ultimo treno

http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/inquinamento/20061128172034125585.html

da targato cn: stefano leoni presidente dell' osservatorio

ecco il link:
http://www.targatocn.it/it/internal.php?news_code=28542&cat_code=10

ecco il testo:

Martedì 28 Novembre 2006 ore 15:20

Valle Bormida: partito l'ultimo treno coi rifiuti dell'Acna
E’ partito verso la Germania l’ultimo treno carico di rifiuti salini dell’Acna Di Cengio, l’azienda chimica che, nata come dinamitificio nel 1882, suscitò per circa 80 anni le proteste degli abitanti della valle Bormida per lo stato d’inquinamento del fiume che cambiava colore a seconda delle sostanza chimiche in esso riversate. Quella che venne definita da più parti come la ‘più grande guerra ecologica’ della storia italiana, ebbe strascichi anche dopo la definitiva chiusura dello stabilimento nel 1999, per le differenti visioni di associazioni locali ed autorità politiche sul progetto di bonifica dell’area contaminata. “Lo svuotamento completo dei lagoons dell’ex Acna di Cengio – dice l’assessore regionale all’Ambiente Nicola de Ruggiero -, seppure sia da registrare come un risultato importante nel processo di recupero del sito, non significa che debba venir meno l’attenzione della Regione Piemonte nel disegno complessivo della bonifica, della messa in sicurezza dell’intero corso del fiume a valle dello stabilimento e del rilancio ambientale, sociale ed economico complessivo dell’intera valle Bormida”. De Ruggiero che sottolinea come il processo di bonifica del sito inquinato non sia terminato aggiunge: “bisogna assolutamente ragionare sul futuro dell’intera area e del corso del fiume. Il ripristino ambientale è fondamentale e, nello spirito dell’accordo siglato nel dicembre del 2000, anche la Regione Piemonte deve assolutamente condividere con gli altri soggetti interessati il percorso da intraprendere. Non bisogna dimenticare che si tratta di un sito da bonificare di interesse nazionale, dove anche la nostra Amministrazione deve essere obbligatoriamente interpellata per definire la prospettiva futura”. “La Regione Piemonte - conclude de Ruggiero - ha deciso di affidare al Creb, il nuovo Consorzio Regionale delle Bonifiche costituito dalla Provincia di Alessandria e dall’Università del Piemonte Orientale, di cui è presidente l’avvocato Stefano Leoni, l’incarico di istituire un osservatorio permanente sulla Valle Bormida. E’ una scelta che va anche incontro alle richieste delle popolazioni e delle associazioni locali. L’osservatorio servirà non solo per verificare l’andamento della bonifica dell’ex Acna, ma anche come incubatore di un progetto di rilancio globale dell’area”.
P. L

Tuesday, November 28, 2006

da l' ancora: ultimo treno e bidone preso in carico

ecco il link:
http://www.lancora.com/06/2006-11-26/art_aq_01.html
ecco il testo:

Dall'Acna parte l'ultimo treno per la Germania

L'ufficio stampa del Commissario delegato per lo stato di emergenza nel territorio di Cengio e Saliceto in ordine alla situazione di crisi socio-ambientale (ordinanza n. 3455 del 5 agosto 2005), comunica: "Martedì 28 novembre, alle ore 10.30, dallo scalo ferroviario interno allo stabilimento Acna di Cengio, prenderà avvio il convoglio diretto in Germania alla miniera GTS di Teutschental, con l'ultimo carico di reflui salini essiccati.L'evento assume particolare rilevanza in quanto sancisce la conclusione dell'attività di messa in sicurezza di emergenza dei reflui salini contenuti nei bacini di stoccaggio (lagoons), dopo quattro anni dall'inizio dei lavori ed in anticipo rispetto ai tempi inizialmente prefissati. Successivamente, alle ore 11.15, presso l'Ufficio Commissariale saranno presentati i risultati: delle indagini ecotossicologiche suppletive, effettuate su alcuni campioni di sedimento di particolare interesse, scelti tra quelli prelevati nel corso della caratterizzazione conclusasi lo scorso giugno nel fiume Bormida; di una serie di campionamenti di colonne d'acqua aggiuntivi, effettuate nel corso degli ultimi due mesi, in corrispondenza di alcune aree ritenute particolarmente significative. Da ultimo, il Commissario delegato fornirà un quadro aggiornato sullo stato degli interventi di bonifica nell'area di Cengio - Saliceto ed il cronoprogramma dei lavori ancora da effettuare. All'incontro sono stati invitati i presidenti delle Regioni Liguria e Piemonte, i presidenti delle Province di Savona, Cuneo, Asti ed Alessandria, i presidenti delle Comunità Montane, i sindaci dei Comuni interessati alla bonifica, il direttore dell'Aipo, l'Arpa Liguria e Piemonte, le associazioni ambientaliste e le Oo.Ss."
"Bidone" Acna prontoa essere preso in consegna
In merito agli ultimi sviluppi della vicenda Acna (oggi Syndial) pubblichiamo il comunicato congiunto (del 20 novembre) di: Adriana Ghelli, WWF di Acqui Terme; Marina Garbarino, Valle Bormida Pulita e Maurizio Manfredi, Associazione Rinascita ValleBormida, dal titolo "Il "Bidone" Acna è pronto per essere preso in consegna":"Mercoledì 15 novembre le associazioni operanti a favore della tutela del territorio della Valle Bormida si sono riunite per esaminare il testo dell'accordo siglato ad agosto tra Regione Liguria, Provincia di Savona, Comune di Cengio, Commissario Acna e Syndial SpA del Gruppo ENI, proprietaria dell'Acna. Purtroppo solo adesso, dopo varie peripezie, siamo riusciti a prendere visione integrale di questo accordo e viene subito da chiedersi se qualche amministratore della Regione Piemonte si sia reso conto del significato di questo accordo, semmai si sia sforzato di leggerlo.Gli enti locali liguri, l'Ufficio del Commissario e la proprietà dell'Acna, ignorando il fatto che il sito di "Cengio e Saliceto" è un sito di interesse nazionale, sul quale è territorialmente competente anche la Regione Piemonte, hanno di fatto stabilito unilateralmente i termini per il passaggio del sito ex Acna dall'ENI ai sopracitati enti pubblici, riuniti nella società Cengio Sviluppo. A tale riguardo il senatore ed ex ministro per l'Ambiente Edo Ronchi, in un interrogazione parlamentare presentata mercoledì 8 novembre afferma che "sia la normativa relativa alla disciplina inerente alla bonifica di siti contaminati sia quella più strettamente attinente alla responsabilità per danno ambientale, impongono in capo al responsabile del sito obblighi che potrebbero risultare in contrasto con l'intesa sottoscritta dal citato Commissario delegato". Il testo dell'accordo infatti prevede testualmente che l'ENI "non sarà, per nessun motivo, chiamata a rispondere di contaminazioni passate o future, che si evidenziassero successivamente al sesto anno dalla certificazione di avvenuta bonifica" e addirittura questo termine temporale potrà essere anticipato di quattro anni.È prevista inoltre la possibilità che l'attuale proprietà trasferisca a Cengio Sviluppo l'attività di presidio ecologico del sito che, è bene rammentarlo, potrebbe durare anche centinaia di anni.In questo modo l'ENI potrebbe finalmente riuscire a liberarsi del "bidone" Acna e, come se non bastasse, verrà pure pagata. Se teniamo conto del fatto che nel sito Acna non è in corso una bonifica integrale e che sono destinati a permanere in loco quasi tre milioni di metri cubi di rifiuti industriali altamente inquinanti l'azzardo insito in questo accordo appare in tutta la sua evidenza. A questo punto della vicenda chiediamo che finalmente la Regione Piemonte si attivi affinché il Prefetto Romano non venga confermato come Commissario per l'Acna, in coerenza con il ricorso contro la sua nomina presentato dalla stessa Regione lo scorso anno. Questo non solo a causa del ruolo da lui sostenuto nell'ambito di questo accordo, ma soprattutto per i ritardi accumulati sull'avanzamento degli interventi di risanamento del sito e della Valle Bormida, nonché per le modifiche sostanziali apportate rispetto alla eccellente gestione del dr. Leoni".