Sui giornali

SUI GIORNALI

Wednesday, May 23, 2007

da asgmedia:la liguria presenta il progetto di recupero ex-acna

http://www.asgmedia.it/asg/page.asp?VisImg=S&Art=5617&Cat=1&I=null&IdTipo=0&TitoloBlocco=Enti%20Locali

Stabilimento Acna di Cengio, 700 mila metri quadrati, dimessa dall’attività industriale nel 1999, è al centro di un grande intervento di recupero. Nel 2008, saranno rese disponibili aree ecologicamente attrezzate per oltre 160 mila metri quadrati, nel 2009 saranno pronti 45 mila metri quadrati per insediamenti industriali

Enti Locali

21/05/2007 - 13.44
Liguria - La regione presente alla terza edizione di Eire-Expo
Aree Cornigliano e Waterfront in vetrina alla fiera di Milano


La regione Liguria è presente da oggi a venerdí 25 maggio alla terza edizione di Eire-Expo Italia Real Estate la grande mostra-mercato del marketing territoriale alla Nuova Fiera di Milano, in pratica il Mipim italiano, che si svolge in concomitanza con la Triennale del capoluogo lombardo dedicata all'architetto Renzo Piano.La Liguria a caccia di investitori e comunque per promuovere i propri territori in grande trasformazione, metterà in"vetrina" e presenterà domani a Milano, per la provincia di Genova, oltre allo stesso waterfront di Renzo Piano nella sua ultima definizione, il progetto di trasformazione delle aree delle Acciaierie di Cornigliano.Per l'Imperiese sarà presentato il progetto del nuovo porticciolo di "Baiaverde" a Ospedaletti.Tre le iniziative che riguardano lo Spezzino : il recupero e la trasformazione dell'area di Marinella di Sarzana su progetto della Regione Liguria e del Monte dei Paschi di Siena , le aree per il nuovo insediamento Svar di Santo Stefano Magra e le aree ex Oto Melara. Queste due ultime iniziative sono coordinate dalla società di sviluppo territoriale Spedia.Il Savonese è presente a Eire con il progetto di recupero e rigenerazione delle aree industriali dell'ex Acna di Cengio, in Val Bormida promosso da Filse, con l'ex insediamento dell'area IP di Cairo Montenotte con il recupero della palazzina uffici, l'ex parco ferroviario Doria di Savona e la trasformazione delle aree dei Cantieri Rodriguez di Pietra Ligure.Sempre per il Savonese, a Milano sarà presentato il progetto di sviluppo per un'area turistica a Loano (red).

da targato cn: cavallera chiede un consiglio regionale straordinario come nei tempi caldi!

http://www.targatocn.it:80/it/internal.php?news_code=33939&cat_code=7


Cavallera F.I: "Unione Piemonte, Liguria? Pensiamo all'Acna"

L’ipotesi di unione tra Piemonte e Liguria continua a far discutere. A pronunciarsi su una vicenda, dalla storia ultrasecolare, in cui le comunità delle due regioni si trovarono invece in grande disaccordo e molto lontane, nonostante la loro vicinanza geografica, è il Consigliere regionale di Forza Italia Ugo Cavallera che ha proposto di convocare, con una seduta straordinaria, l’assemblea di Palazzo Lascaris per discutere degli ultimi sviluppi della bonifica ai siti contaminati dall’inquinamento dell’Acna di Cengio in val Bormida. “Dalle associazioni – sottolinea Cavallera – arriva la denuncia di una situazione che da parte nostra era già stata prefigurata mesi fa, nel momento in cui la Regione Piemonte ha accettato che venisse confermato lo stato di emergenza e la proroga del commissariamento preposto alla bonifica solo per il territorio ligure e non per quello piemontese, come era sempre stato in precedenza. In modo semplicistico e superficiale, la Giunta Bresso non aveva più richiesto la proroga, dopo il 31 dicembre 2006, dell’emergenza, anche perché a suo tempo qualcuno sosteneva che dopo lo svuotamento dei lagoon si sarebbe potuti tornare alla situazione di gestione ordinaria. Senza comprendere che il problema non era tanto la disputa sul sì o il no all’emergenza, ma che si doveva a ogni costo salvaguardare il lavoro comune e integrato tra le due Regioni limitrofe. Anche perché, diciamolo chiaramente, la bonifica dei territori inquinati riguarda soprattutto il Piemonte, e per quanto attiene ai siti, c’è da comprendere anche quello di Pian Rocchetta a Saliceto”. Persa questa opportunità, sostiene il consigliere azzurro “il Piemonte si trova ora nel limbo, dal momento che lo stato di emergenza è valido solo per la Liguria, e addirittura il commissario ha avuto ampliati i propri compiti per la reindustrializzazione dell’area. Insomma, ci troviamo di fronte a una totale assenza di iniziativa della Regione Piemonte, che ha ritenuto di accettare la messa a disposizione di fondi per circa 30 milioni di euro, quasi come se con queste risorse si potesse 'monetizzare' un ruolo di minore coinvolgimento in tutta l’azione di rilancio della Valle Bormida. Il riparto di questi fondi ha sollevato diverse reazioni nei Comuni dell’area, che hanno subito nel corso degli anni gravi danni ambientali e sociali”. Secondo Cavallera dunque, il Piemonte, nelle attività di sviluppo ecocompatibile, lascerebbe così del tutto l'iniziativa alla Liguria. Per l'esponente azzurro inoltre, in questa fase, si starebbe compromettendo il lavoro svolto sotto la Giunta Chicho, che, per Cavallera, aveva permesso di procedere speditamente con la bonifica.“Di fronte a questa situazione – aggiunge Cavallera – stiamo valutando come opposizione la richiesta di una seduta straordinaria del Consiglio regionale, perché il caso Acna è sempre stato emblematico e ancora lo è. Che non vi sia più incombente un pericolo ambientale, non giustifica che tutto sia ormai risolto. Non è tollerabile lo squilibrio di funzioni che c’è in questo momento tra Piemonte e Liguria. Trovo stupefacente che da un ministro 'verde' come Pecoraro Scanio si dia un via libera a questo modo di procedere, dal momento che proprio da questa componente politica era sempre venuto un corretto richiamo ad anteporre la bonifica a ogni altro intervento. E sono sorpreso che le associazioni ambientaliste non abbiano altri strumenti che la protesta pubblica, senza riuscire a interloquire direttamente con il Governo”.
P. L.

Monday, May 21, 2007

da il vostro giornale: lino-alonzo-nominato-presidente-di-cengio-sviluppo

http://www.ivg.it/2007/05/18/cengio-lino-alonzo-nominato-presidente-di-cengio-sviluppo/

ecco a chi la regione piemonte può rivolgersi per acquisire una partecipazione nella società, o per installare un opera artistica sul sarcofago dei rifiuti.

Friday, May 18, 2007

da sviluppo italia:promozione internazionale per l' area ex- ACNA

http://www.sviluppoitalia.it:80/news_dettaglio.jsp?ID_NEWS=1939&areaNews=46>emplate=archivio_news.jsp&newsPage46=1



Savona: nuova strategia di IPS e Provincia per le aree ex ACNA
16/05/2007
La Provincia di Savona e IPS, la Società Partecipata per gli Insediamenti Produttivi Savonesi, hanno concordato un piano di marketing territoriale, che ha come obiettivo un'azione di promozione internazionale delle aree dismesse precedentemente occupate dall'ACNA.
L'azione sarà concordata con "Cengio Sviluppo" e con il Comune di Cengio, e sarà volta a dare all'area un respiro sul mercato internazionale, ma anche ad un riutilizzo come retroporto del Porto di Savona, con la realizzazione del nuovo terminal container.
L'enorme sviluppo dei traffici offre grandi potenzialità di crescita alle zone vicine al Porto di Savona, anche per attività non strettamente logistiche, e le autorità locali sono convinte che la Zona ex ACNA possa puntare su questo per il suo rilancio.

Wednesday, May 16, 2007

da liguria notizie:burlando vuole di nuovo l' eni a cengio?

http://www.ligurianotizie.it:80/news.php?news_id=24981

Thursday, May 03, 2007

da la gazzetta d' alba, c. olocco:Valbormida: Corte dei conti

http://www.stpauls.it/gazzetta/0718ga/0718ga01.htm



I 6,5 milioni dello Stato stanziati per la bonifica

Valbormida: Corte dei contimette i fondi sotto esame?
di CORRADO OLOCCO

La Corte dei conti starebbe valutando la destinazione della prima tranche dei fondi ministeriali per il risanamento della Valle Bormida. La notizia sta circolando da qualche tempo, ma al momento non si hanno notizie di pronuciamenti ufficiali da parte dell’organismo di controllo. Sotto esame sarebbero finiti i 6,5 milioni di euro di cui si è parlato parecchio nei primi mesi dell’anno, con polemiche soprattutto legate al fatto che la maggior parte della somma era stata destinata ai paesi dell’alessandrino, penalizzando quindi i centri del tratto cuneese della Valle, più colpiti dall’inquinamento Acna.
L’attenzione della Corte dei conti sarebbe però soprattutto rivolta all’utilizzo della somma, per controllare che non ci siano state distrazioni di fondi o destinazioni non corrette.
La prima tranche (lo stamziamento complessivo è di 30 milioni di euro in tre anni) prevedeva, oltre a 400 mila euro per il Consorzio regionale per le bonifiche presieduto da Stefano Leoni (da usare per gli studi degli interventi di bonifica e riqualificaizone ambientale), una lunga serie di interventi per il rifacimento o il pontenziamento di reti fognarie, acquedotti e depuratori in una trentina di paesi della Vale Bormida e dell’alta Langa.
Commenta il consigliere regionale Alberto Cirio, che a gennaio sollevò il problema della ripartizione dei fondi troppo "sbilanciata" a danno del cuneese: «Pur nel rispetto dei ruoli e delle competenze della Corte dei conti, credo serva un po’ di elasticità nella valutazione. La Valle Bormida ha sì bisogno della bonifica, ma anche di opere pubbliche. Queste zone hanno sempre ottenuto pochi fondi e sarà difficile che possano ottenerne altri. Il risanamento della zona passa anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche utili al rilancio socio-economico del territorio».
Corrado Olocco

Tuesday, May 01, 2007

da l' ancora: laurea honoris a S. Leoni

L’ANCORA DALL’ACQUESE
29 APRILE 2007


Una valle in festa. È stata
quella del Bormida che, ad
Alessandria, nella mattina di
venerdì 20 aprile, presso la
sala conferenze della Ass.
“Cultura e Sviluppo”, ha festeggiato
l’assegnazione della
Laurea Honoris Causa - da
parte dell’Università del Piemonte
Orientale “Amedeo
Avogadro” - al dott. Stefano
Leoni, ex commissario governativo,
nominato nel 1989 per
risolvere la spinosa, tragica e
dolorosa questione dell’inquinamento
Acna in Valle.
Alessandria periferia (e non
capoluogo, per una volta) della
Valle Bormida.
Anche perché, con il rettore
Paolo Garbarino e i tanti presidi
di facoltà, molte erano le presenze
“di valle” in sala (da Adriana
Ghelli del Wwf ai ragazzi e ai
docenti che rappresentavano
tutte le scuole superiori della
nostra città; dall’ass. Ristorto al
prof. Adriano Icardi) o evocate
da un breve video che ha ricordato
tanti personaggi impegnati
in questa ultima “guerra” del
XX secolo (il sindaco Eliana Barabino,
Renzo Fontana, don
Oberto, il sindaco Dotta e altri
ancora che è impossibile ricordare
tutti).
Un plauso dunque al tecnico
capace, ma anche all’uomo: che
non ha potuto fare a meno di
commuoversi, nel corso della
sua lectio, pensando alle tante
persone incontrate, tra gli operai
e tra gli ambientalisti, che
sono morte in questi tanti anni
di inquinamento.
Ma perché il dott. Leoni è
stato reputato meritevole del
riconoscimento? Ecco le parole
con cui il dott. Aldo Viarengo,
direttore del Dipartimento
di Scienze dell’Ambiente
e della Vita ha tratteggiato
la figura di Stefano Leoni
nella Laudatio.
***
“[...] Nonostante il suo continuo
impegno nella Tutela e nella
gestione degli ambienti naturali
e antropizzati (è questo anche
il titolo della nostra laurea
magistrale in Scienze Ambientali),
che hanno valso al dott.
Stefano Leoni la carica di vice
presidente del Wwf Italia, non
sono queste le sole ragioni per
cui la nostra Università ha voluto
insignirlo della laurea magistrale
honoris causa in Studio e
gestione degli ambienti naturali
e antropizzati.
La vera e fondamentale ragione
è che Leoni, con la sua
solerte attività, ha contribuito in
maniera decisiva a realizzare il
sogno di tutta una valle: insieme
al ministro Ronchi ha avviato
quegli atti che hanno avuto come
logica conseguenza la chiusura
dello stabilimento Acna di
Cengio e, negli anni successivi,
in qualità di Commissario governativo,
ha realizzato la messa
in sicurezza del sito Acna.
E questo il primo caso in Italia
di megasito inquinato in cui
l’opera del Commissario governativo
ha puntato al risanamento
di tutta una valle che,
ora, guarda in modo diverso a
un futuro fatto di prospettive di
lavoro, di una vita migliore.
Entrando nei dettagli tecnici,
il dott. Leoni è nominato Commissario
del Governo con ordinanza
n. 2986 del 31 maggio
1999 della Presidenza del Consiglio
dei Ministri - Dipartimento
della Protezione Civile, per
fronteggiare la situazione di
emergenza derivante dalla situazione
di crisi socio-ambientale
dell’area riguardante il sito
industriale dell’Acna ricadente
nei territori dei comuni di Cengio,
in provincia di Savona, e di
Saliceto, in provincia di Cuneo,
e del Fiume Bormida.
Ha curato, in particolare:
• la predisposizione del perimetro
dell’area da sottoporre
a interventi di bonifica;
• la predisposizione delle
misure di messa in sicurezza
d’emergenza;
• la predisposizione, la redazione
e l’attuazione del piano
di caratterizzazione nelle
aree pubbliche;
• la definizione delle linee
guida per la predisposizione
del piano di caratterizzazione
nelle aree private;
• la verifica dei progetti presentati
dai privati;
• il controllo degli interventi
svolti dal privati;
• la definizione dei bandi di
gara per la realizzazione di interventi
di bonifica;
• l’avvio e lo svolgimento di
corsi di formazione in materia
di bonifiche per i lavoratori
posti in Cassa integrazione
guadagni dipendenti dell’Acna;
• l’avvio di specifiche ricerche
e sperimentazioni nel settore
delle bonifiche o attività
ad esse connesse;
• la redazione e la definizione
dell’accordo di programma
per la bonifica dell’Acna di
Cengio, firmato a Palazzo
Chigi il 4 dicembre 2000;
• il rilascio di tutte le autorizzazioni
necessarie per la
realizzazione degli interventi.
Ha, altresì, coordinato le attività
di controllo e monitoraggio
svolte dall’Anpa (oggi
Apat) e dalle Arpa della Liguria
e del Piemonte.
Nel corso della gestione
dell’Ufficio commissariale, il
dottor Leoni ha dato corso ad
una rilevante attività di ricerca
e di sperimentazione di nuove
tecniche e metodologie di bonifica
di siti contaminati, che a
seguito della prima applicazione
nella Valle Bormida
hanno trovato ulteriori applicazioni
in altre realtà.
Allo stesso modo, l’opera
condotta ha introdotto nuove
prassi operative, che sono divenute
linee di indirizzo generali
per gli interventi di bonifica.
A Cengio è stato concesso
per la prima volta, secondo
la disciplina del D.M. 471/99,
lo svincolo riguardo ad un’operazione
di bonifica su di un
sito di interesse nazionale.
Ma la sfida del megasito dell’Acna
e del risanamento della
Val Bormida continua ancora e
Leoni avrà sicuramente un ruolo
fondamentale quale presidente,
voluto dal territorio, del
Centro Regionale per le Bonifiche
(CReB) nella bonifica dei siti
esterni allo stabilimento e nel
garantire il continuo miglioramento
della qualità del corpo
idrico, un impegno che continuerà,
ne siamo certi, fino a trasformare
la Val Bormida dalla
valle più inquinata d’Italia a una
valle a certificazione di qualità
ambientale ricca di turismo, agricoltura
di qualità e che, auspichiamo,
possa rappresentare
un esempio che indichi chiaramente
che la bonifica dei megasiti
inquinati è possibile e fattibile
quando siano presenti la
cultura, la volontà politica e gli
uomini giusti. G.Sa




Una pagina (d’autore)
dalla lectio magistralis



Alessandria. La biodiversità,
i principi comunitari e la
produzione legislativa; l’esame
della normativa italiana, la
valutazione d’impatto ambientale:
questi i temi che l’ex
Commissario per l’ACNA Stefano
Leoni ha affrontato nella
sua Lectio Magistralis, che
spesso, come era giusto accadesse,
è entrata nelle prerogative
più tecniche della
materia (era infatti dedicata
alla Rilevanza giuridica delle
metodologie di valutazione
della qualità di ecosistemi potenzialmente
contaminati).
Ma l’inizio è stato estremamente
piano e coinvolgente.
Eccone uno stralcio che reputiamo
alquanto significativo.
Uno sguardo d’insieme
Dopo secoli di crescita nella
conoscenza della natura e
delle leggi che la disciplinano,
segnata da una incrollabile fede
nella capacità dell’uomo di
poterla controllare e sottomettere
le sue forze al soddisfacimento
dei propri e crescenti
bisogni, nella seconda metà
dello scorso secolo si prende
atto per la prima volta nella
storia dell’umanità dell’esistenza
di un limite naturale al
modello di sviluppo finora perseguito.
Si ricordano date storiche
come il 1972. quando a Stoccolma
si giunge a sottoscrivere
una dichiarazione che testualmente
riporta: “Le risorse
naturali della Terra, ivi incluse
l’aria, l’acqua, la flora, la fauna
e particolarmente il sistema
ecologico naturale, devono
essere salvaguardate a
beneficio delle generazioni
presenti e future”; “La capacità
della Terra di produrre risorse
naturali rinnovabili deve
essere mantenuta”; oppure:
“Le risorse non rinnovabili
della Terra devono essere utilizzate
in modo da evitarne
l’esaurimento futuro”.
Nel riconoscere l’esistenza
di limiti alle risorse naturali si
viene a riproporre il già conosciuto
scontro tra le scienze
tecniche e quelle cosiddette
umanistiche. Mentre le prime
si basano su elementi esatti o
che tendono all’esattezza, le
seconde si basano su modelli
sociologici e culturali, che
pongono al centro dell’attenzione
non le leggi naturali, ma
quelle umane.
Il conflitto immediatamente
si manifesta in settori quali,
per esempio, quelli dell’economia.
Settore che si era sviluppato
dapprima tenendo
conto di una sola variabile (il
capitale) e successivamente -
a seguito delle teorie marxiste/
socialiste - di una seconda
variabile (il lavoro) e che,
con l’avvento del problema
ambientale, ha richiesto di assumere
un’ulteriore variabile:
quella della limitatezza delle
risorse naturali.
Quale esempio della considerazione
di tali risorse da
parte del modello classico e
prettamente monetaristico, si
ricorda Ricardo [David, economista
inglese, 1772-1823,
cfr. Principi dell’economia politica
e delle imposte, ndr] che
parlava di “liberi doni della natura”,
come ad esempio l’aria
e l’acqua, che pur essendo
fondamentali alla vita dell’uomo,
sono di libero accesso e
quindi non hanno un costo,
ossia “non sono beni economici”.
In quanto tali, dunque,
non erano da assumersi nei
costi di produzione.
Anche la “scienza giuridica”
rientra tra le “scienze umanistiche”;
tuttavia in questo settore
la resistenza ad accettare
le tesi delle scienze naturali
si è dimostrata molto meno
robusta. Infatti, la dichiarazione
di Stoccolma, in quanto
consacrata in forme pattizie,
ha creato un non irrilevante
stimolo nei confronti della normazione
futura e riguardo alle
attività ermeneutiche, in questo
caso anche rispetto alla
normativa al momento esistente.
1972: una data spartiacque
per la modernità
Pertanto la Dichiarazione di
Stoccolma, seppur di per sé
non costituisse - e non costituisca
tuttora - un vicolo giuridicamente
rilevante a causa
della totale mancanza di strumenti
sanzionatori in caso di
mancato rispetto delle sue
norme, ha rappresentato un
possente monito morale per i
legislatori nazionali e per gli
interpreti del diritto interno. È
accaduto, infatti, che sulla
scia dei principi dichiarati non
solo fossero introdotte nuove
normative nei diversi ordinamenti
giuridici, ma anche che
fossero rilette o lette in maniera
differente quelle già vigenti.
In altri termini, dalla dichiarazione
di Stoccolma possiamo
cominciare a osservare la
nascita, sebbene in forma
embrionale, di quello che poi
fu definito diritto all’ambiente.
Ovvero quel corpus normativo
che è oggi guidato da propri
principi e che identifica da
una parte l’ambiente quale
bene autonomo giuridicamente
rilevante, meritevole di tutela
e per il quale sono previste
specifiche forme di riparazione
in caso di lesione dello
stesso, dall’altra quale valore
costituzionale, ossia uno degli
“elementi fondamentali che
caratterizzano una società in
un dato periodo della storia e
sul quale una società fonda la
sua legittimazione”.
Quale segno del conflitto
che si verificò tra i settori economici
e quelli scientifici, vale
citare la dichiarazione di Rio
de Janeiro, sull’ambiente e lo
sviluppo. Si sentì, infatti, non
solo il bisogno di ribadire l’improcrastinabilità
del dovere di
tutelare l’ambiente, ma di individuare
un modello di sviluppo
capace di ottenere questo
obiettivo.
Si introduce, così, il concetto
di sviluppo sostenibile, che
fece propria la definizione
contenuta nel rapporto “Our
Common Future” (divenuto
noto come “Rapporto Brundtland”’),
secondo cui lo sviluppo
sostenibile consiste in
quello “sviluppo che è in grado
di soddisfare i bisogni della
generazione presente, senza
compromettere la possibilità
che le generazioni future
riescano a soddisfare i propri”.
(Riduzione e titoletti
a cura di G.Sa)