Sui giornali

SUI GIORNALI

Thursday, December 28, 2006

da la gazzetta d' alba: corrado olocco: finalmente indagini sanitarie in valle bormida, soldi della bonifica usati per un depuratore!

http://www.stpauls.it/gazzetta/0648ga/0648ga04.htm


Indagine sulle cause di morte in sei paesi della Valbormida
di CORRADO OLOCCO

Coinvolti Saliceto, Camerana, Monesiglio, Cessole, Bubbio e Monastero.
I dati sulle cause di morte in sei paesi della Valle Bormida saranno ricontrollati per valutare l’incidenza di malattie riconducibili all’inquinamento causato dall’Acna. La decisione è stata presa nell’incontro di venerdì scorso a Torino tra gli epidemiologi dell’Assessorato alla sanità, gli esponenti delle associazioni Valle Bormida pulita e Valbormida viva e il dottor Gianfranco Porcile, primario di oncologia dell’Asl di Alba e esponente di Medici per l’ambiente. I paesi scelti per il il monitoraggio supplementare sono Saliceto, Camerana, Monesiglio, Cessole, Bubbio e Monastero Bormida; i tre centri più vicini all’Acna e tre paesi della media valle, situati a una certa distanza dalla fonte dell’inquinamento.
I dati analizzati nei mesi scorsi dalla Regione (gli ultimi disponibili) si riferivano al periodo dal 1990 al 1994, ma gli esponenti delle associazioni li hanno ritenuti in alcuni casi incongruenti rispetto alla realtà. Ci sarebbero casi in cui morti avvenute per cancro vengono classificate come decessi per arresto cardiocircolatorio. «L’analisi è stata fatta in modo corretto e dettagliato, ma sono i dati sui certificati di morte a non essere sempre attendibili», spiega Marina Garbarino, presidente di Valle Bormida pulita. Ad esempio dalla documentazione analizzata risultavano più decessi per cancro a monte dell’Acna, dato ritenuto poco attendibile dai valligiani.
L’ex parroco di Cortemilia don Bernardino Obertoannotò sui registri le morti per cancro.
Il controllo non servirà soltanto per avere un quadro storico sulla situazione epidemiologica della popolazione. L’obiettivo è soprattutto fare qualcosa per il futuro. «Bisognerà partire dai dati sui decessi per capire cosa fare d’ora in poi per chi è stato sottoposto per molti anni all’inquinamento della Valle», sottolinea il dottor Porcile.
Forse, il primo monitoraggio (empirico, territorialmente circoscritto, ma comunque importante) sulla mortalità per cancro in Valle Bormida è quello eseguito per una trentina d’anni da don Bernardino Oberto, fino all’anno scorso parroco di San Pantaleo, a Cortemilia. Sui registri parrocchiali, il sacerdote prese ad annotare quali decessi erano avvenuti per cancro e i dati erano allarmanti. «La loro percentuale variava, a seconda degli anni, dal 25 al 30 per cento e nessuno di loro lavorava all’Acna. Ricordo che, quando arrivavo a Cortemilia da Alba, appena scollinavo a Castino si sentiva odore di fenolo», spiega don Oberto.
Dell’elevato rischio di tumori in Valle Bormida si è parlato più volte. In un convegno del 1992 ad Acqui Terme il professor Cesare Maltoni, dell’istituto Sant’Orsola di Bologna parlò di un indice di mortalità per cancro pari a quello delle aree industriali, mentre nel 1998 fece scalpore la notizia pubblicata dal Secolo XIX sul fatto che per anni i medici dell’Acna avevano nascosto i risultati delle analisi mediche che evidenziavano il possibile sviluppo di tumori tra i dipendenti.
Oggi, le indagini sulla salute di chi ha lavorato a Cengio sono portate avanti dall’Associazione lavoratori Acna. Spiega il presidente del sodalizio Pier Giorgio Giacchino: «Il problema si sta allargando, sia come numero di malati che come tipologie di tumori. Stiamo monitorando la situazione, ma è problematico ricostruirla a fondo, specie per il passato». Un paio d’anni fa il consulente tecnico dell’associazione Giampietro Meinero evidenziò che dal 1974 erano state riconosciute 42 neoplasie vescicali tra i dipendenti: 27 di esse risalivano agli ultimi dieci anni e 20 agli ultimi cinque, quando cioè l’azienda era già stata chiusa, a dimostrazione del lungo tempo di incubazione della malattia. Nella relazione Meinero affermava che, vista l’impennata di malattie dopo la chiusura dell’Acna, ci si dovrà attendere un incremento di tumori tra gli ex dipendenti nei prossimi 10-15 anni.
Corrado Olocco
Un depuratore intercomunale coi fondi per la bonifica Acna?
Il commissario per la bonifica dell’Acna Giuseppe Romano è stato autorizzato, attraverso un’ordinanza di Protezione civile, a realizzare a Cengio un depuratore per acque reflue al servizio dei Comuni di Cengio, Millesimo, Roccavignale e Cosseria. Per farlo, avrà a disposizione 4 milioni e 720 mila euro «a carico della contabilità speciale intestata al Commissario»; ossia fondi destinati alla bonifica del sito. «Tutto questo avviene mentre non è ancora stata avviata la progettazione della bonifica di aree pubbliche gravemente inquinate, ricadenti anche nel territorio di Saliceto, che rappresenta uno dei compiti principali ai quali il Commissario avrebbe dovuto provvedere», commenta Maurizio Manfredi dell’associazione Rinascita Valle Bormida.
«Non siamo contrari al fatto che, in previsione della cessazione dell’attività del depuratore dell’Acna si realizzi un impianto al servizio dei Comuni, ma questo non può avvenire distraendo fondi destinati a opere di bonifica che da troppo tempo attendono di essere realizzate. Ci auguriamo che i Comuni dell’alta Valle piemontese aprano gli occhi e la smettano di appoggiare questa gestione commissariale. Attiveremo ogni iniziativa legalmente possibile per impedire che si possa concretizzare questo disegno ordito a danno del nostro territorio», conclude Manfredi.
c.o.

da l' unione monregalese: un trattamento acque per i comuni liguri invece della bonifica ACNA, manfredi insorge

http://www.unionemonregalese.it/index.php?a=news&b=sp_news&id_topic=00003277


Valbormida 19-12-2006
Ancora polemica sulla bonifica ACNA
(ro.po.) – Non è passata una settimana da quando il giornale aveva raccolto le dichiarazioni del sindaco di Monesiglio, Paolo Torcello, che, anche a nome dei colleghi di Saliceto, Enrico Pregliasco, di Camerana, Andrea Boazzo, di Gottasecca, Adriano Manfredi, e di Prunetto, Sandro Franchello, chiedeva la prosecuzione dello stato di emergenza ambientale fino al termine del 2007 e la riconferma del prefetto, Giuseppe Romano, quale commissario alla bonifica all’ex-Acna che, dalla sponda ambientalista piemontese arriva un autentico siluro alla gestione commissariale. Maurizio Manfredi, rappresentante dell’Associazione “Rinascita della Valbormida”, in un comunicato stampa, rimarca quanto segue: «Sulla Gazzetta Ufficiale n. 289 del 13.12.2006 è stata pubblicata l’ordinanza n. 3555 che autorizza il commissario Romano a porre in essere le attività per la realizzazione nel territorio di Cengio di un impianto di depurazione a servizio dei Comuni di Cengio, Millesimo, Roccavignale e Cosseria». I soldi per eseguire l’opera verrebbero attinti alla contabilità speciale intestata al commissario. Si tratta di 4 milioni 720 mila euro (oltre 9 miliardi di lire). Per Manfredi si tratta di un’ordinanza che «permetterebbe di utilizzare fondi destinati alle opere di bonifica dell’ACNA e della Valle Bormida per costruire un depuratore intercomunale. Questo mentre ancora non è nemmeno stata avviata la progettazione delle bonifiche di aree pubbliche gravemente inquinate, ricadenti anche nel territorio del Comune di Saliceto». “Rinascita della Valbormida” non si dice contraria alla realizzazione del depuratore, ma contesta il fatto che ciò venga fatto con soldi destinati alla bonifica della valle. Manfredi, infine, lancia una stoccata polemica verso gli amministratori della alta Valle piemontese, chiedendo loro di «smettere di appoggiare questa gestione commissariale».îIntanto le Associazioni ambientaliste hanno ottenuto che giovedì, a Roma, i presidenti delle Regioni Piemonte e Liguria si incontrino con il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio per discutere sulla bonifica del sito ex-Acna. All’o.d.g. il rinnovo della dichiarazione di “stato di emergenza per il risanamento delle aree inquinate di Cengio e Saliceto”, in scadenza al 31 dicembre.

da agenfax: delibera provincia di alessandria

link:
http://www.agenfax.it/index.php/content/view/7628/44/
testo:

ACNA: LA FINE DI UN INCUBO


(red. 20/12) - Riportiamo integralmente l'ordine del giorno della provincia di Alessandria relativamente alla riunione di Giunta per la bonifica del sito ex ACNA di Cengio, Saliceto e Fiume Bormida:
Riferisce il Presidente della Provincia Paolo Filippi.Il completamento dell’ultimo intervento di messa in sicurezza dell’emergenza, ha segnato la fine dello stato di contingente pericolo per la Valle Bormida.
Se da un lato si è finalmente concluso il lungo percorso del superamento dell’emergenza venutasi a creare in tutta la valle Bormida dall’altro non si può che ribadire la necessità che debbano essere proseguiti e completati gli interventi di risanamento e ripristino ambientale, quale livello di risanamento minimo dovuto alle collettività piemontesi e liguri.Si vuole contestualmente sottolineare come negli ultimi due anni è andato un po’ scemando quello spirito originario di collaborazione attiva e proficua fra le Amministrazioni Nazionali, Regionali e Locali che aveva portato nel 2000 alla sottoscrizione di un apposito accordo e condiviso a tutte le Amministrazioni interessate: tre Ministeri, due Regioni e tutte le Province coinvolte per territorio.Oggi dobbiamo a tal riguardo registrare che dopo sei anni è stato siglato un protocollo d’intesa che esclude la collettività piemontese e che intende deresponsabilizzare chi invece ha inquinato facendo ricadere sulla popolazione gli oneri di gestione di un sito ancora da bonificare.Tutto quanto sopra premessoLA GIUNTA PROVINCIALEcon votazione unanime e favorevole espressa nelle forme di leggeDELIBERA1) Di ritenere superate le condizioni che avevano portato alla dichiarazione dello stato di emergenza2) Di richiedere che venga dato avvio immediato agli interventi di risanamento e ripristino ambientale del sito secondo le procedure ordinarie, costituendo un Osservatorio Interregionale di supporto all’istruttoria per il procedimento di valutazione degli interventi di bonifica e di ripristino ambientale3) Di richiedere che sia aggiornato l’accordo di programma del 4/12/2000 per completare le operazioni di bonifica, avvalendosi delle due società Consortili Liguri e Piemontesi (Cesta e Creb) e sia avviato un tavolo congiunto di definizione dello sviluppo sostenibile della Valle, sia sul versante ligure che piemontese, tenendo conto anche della futura fruizione del Fiume Bormida4) Di invitare la Regione Piemonte affinché si attivi in tutte le forme possibili per la sospensione e la revisione del protocollo d’intesa del 26/07/2006 5) Dispone affinché il presente ordine del giorno sia inviato al Ministro dell’Ambiente, alla Regione Piemonte, alla Regione Liguria, alla Provincia di Savona, alla Provincia di Cuneo e alla Provincia di Asti.

Wednesday, December 27, 2006

da l' ancora: valle spaccata, la provincia di alessandria si attiva; se uno solo li molla un attimo ricominciano come prima e più di prima

link:
http://www.lancora.com/06/2006-12-24/art_1p_03.html

testi:


Sul problema Acna la Valle è spaccata

Acqui Terme. E sotto l'albero c'è il "bidone" Acna oggi Syndial. Richiesta di proroga dell'emergenza e conseguente rinnovo del mandato del commissario Prefetto dott. Romano, da parte degli amministratori piemontesi dell'alta valle e possibile stanziamento di quasi 5 milioni di euro, per la realizzazione nel territorio del Comune di Cengio di un impianto di depurazione intercomunale a servizio dei comuni di Cengio, Millesimo, Roccavignale e Cosseria. I soldi verrebbero presi dai fondi destinati alle opere di bonifica dell'Acna e della Valle Bormida.E così nelle associazioni ambientaliste, meglio sarebbe dire operanti per il territorio, e tra gli amministratori piemontesi della media e bassa valle Bormida è stato di mobilitazione, perché in questo mese di dicembre sono stati adottati o stanno per essere presi provvedimenti che escludono la Regione Piemonte e le altre amministrazioni periferiche e tantomeno le associazioni.I piemontesi della media e bassa valle pensavano che con la partenza dell'ultimo treno dallo stabilimento di Cengio, si ripristinasse la normalità. Cessata emergenza, non rinnovo del mandato al commissario Romano e ritorno ai tavoli tra le regioni Piemonte e Liguria ed il Ministero dell'Ambiente, per continuare il risanamento e la bonifica della valle.Sin dalla nomina del commissario straordinario dell'Acna e con la sua prima uscita in Acqui, non si era creato un bel clima.Non è che ci si fosse innamorati dell'avv. prof. Stefano Leoni, ma non si è capito la sua destituzione, visto che aveva operato con grande competenza, rapidità e attenzione ai denari.È stato l'unico caso di rimozione di un tecnico positivo, in un Paese, dove è difficile sostituire e chiedere conto a manager di enti pubblici che dilapidano fondi dei contribuenti italiani.E come accade in queste vicende si apprende anche che Leoni e i suoi collaboratori costavano la metà (sui 300.000 euro annui).Ma al di là di tutto Leoni aveva, per la prima volta, avvicinato e fatto lavorare unitariamente i piemontesi e liguri.La Regione Piemonte non deve stare al palo deve farsi sentire e non essere tagliata fuori. Deve riprende quel lavoro di coordinamento del passato, da Alessandria a Saliceto. Se oggi si facesse una manifestazione la valle sarebbe spaccata. Da Gorzegno in giù nessuno si muove.Ma nonostante tutto buon Natale, soprattutto a Edo Ronchi, perché senza di lui avremmo il Re. Sol. (G.S.)

Emergenza finita stop al commissario

Ordine del giorno della Giunta provinciale di Alessandria (20 dicembre), sullo stato di attuazione della bonifica del sito ex Acna di Cengio, Saliceto e fiume Bormida. Il presidente della Provincia Paolo Filippi ha rimarcato che: "Il completamento dell'ultimo intervento di messa in sicurezza dell'emergenza, ha segnato la fine dello stato di contingente pericolo per la Valle Bormida. Se da un lato si è finalmente concluso il lungo percorso del superamento dell'emergenza venutasi a creare in tutta la valle Bormida dall'altro non si può che ribadire la necessità che debbano essere proseguiti e completati gli interventi di risanamento e ripristino ambientale, quale livello di risanamento minimo dovuto alle collettività piemontesi e liguri. Si vuole contestualmente sottolineare come negli ultimi due anni è andato un po' scemando quello spirito originario di collaborazione attiva e proficua fra le Amministrazioni Nazionali, Regionali e Locali che aveva portato nel 2000 alla sottoscrizione di un apposito accordo e condiviso a tutte le Amministrazioni interessate: tre Ministeri, due Regioni e tutte le Province coinvolte per territorio.Oggi dobbiamo a tal riguardo registrare che dopo sei anni è stato siglato un protocollo d'intesa che esclude la collettività piemontese e che intende deresponsabilizzare chi invece ha inquinato facendo ricadere sulla popolazione gli oneri di gestione di un sito ancora da bonificare".La Giunta provinciale all'unanimità, ha deliberato: 1) Di ritenere superate le condizioni che avevano portato alla dichiarazione dello stato di emergenza. 2) Di richiedere che venga dato avvio immediato agli interventi di risanamento e ripristino ambientale del sito secondo le procedure ordinarie, costituendo un Osservatorio Interregionale di supporto all'istruttoria per il procedimento di valutazione degli interventi di bonifica e di ripristino ambientale. 3) Di richiedere che sia aggiornato l'accordo di programma del 4/12/2000 per completare le operazioni di bonifica, avvalendosi delle due società Consortili Liguri e Piemontesi (Cesta e Creb) e sia avviato un tavolo congiunto di definizione dello sviluppo sostenibile della Valle, sia sul versante ligure che piemontese, tenendo conto anche della futura fruizione del Fiume Bormida. 4) Di invitare la Regione Piemonte affinché si attivi in tutte le forme possibili per la sospensione e la revisione del protocollo d'intesa del 26/07/2006. 5) Dispone affinché il presente ordine del giorno sia inviato al Ministro dell'Ambiente, alla Regione Piemonte, alla Regione Liguria, alla Provincia di Savona, alla Provincia di Cuneo e alla Provincia di Asti".

Depuratori con soldi opere di bonifica

In merito alla vicenda Acna (oggi Syndial) le associazioni operanti a favore della tutela del territorio della Valle Bormida: WWF gruppo locale di Acqui Terme, Adriana Ghelli; Valle Bormida Pulita, Marina Garbarino, e Associazione Rinascita ValleBormida, Maurizio Manfredi, sono in stato di massima all'erta, per l'ennesimo colpo di mano di Bertolaso, sostengono, a pochi giorni dalla scadenza (fine mese) del mandato del commissario per l'emergenza Acna, Prefetto Romano e proprio mentre al ministero dell'Ambiente si sta valutando se prorogare o meno il suo incarico.Scrivono le associazioni: "Sulla Gazzetta Ufficiale n. 289 del 13-12-2006 è stato pubblicata l'Ordinanza n. 3555 concernente "Disposizioni urgenti di protezione civile" che, all'articolo 8 contiene una sgradita "sorpresa natalizia" per la Valle Bormida.Tale ordinanza autorizza infatti il commissario delegato prefetto Romano "a porre in essere le attività per la realizzazione nel territorio del Comune di Cengio di un impianto di depurazione a servizio dei comuni di Cengio, Millesimo, Roccavignale e Cosseria".I fondi necessari verrebbero attinti dalla contabilità speciale intestata al commissario per un importo pari a 4.720.000 euro (oltre 9 miliardi delle vecchie lire).In parole povere, sulla base di quest'ordinanza, dietro alla quale, con ogni evidenza, si nasconde lo zampino del capo della protezione civile dr. Bertolaso, con i più ampi poteri di deroga, il commissario Acna potrebbe utilizzare fondi destinati alle opere di bonifica dell'Acna e della Valle Bormida per costruire un depuratore intercomunale.Questo mentre ancora non è nemmeno stata avviata la progettazione della bonifica di aree pubbliche gravemente inquinate, ricadenti anche nel territorio del Comune di Saliceto, che rappresenta uno dei compiti principali ai quali il dr. Romano avrebbe dovuto da tempo provvedere.Noi non siamo affatto contrari al fatto che, in previsione della cessazione dell'esercizio dell'impianto di depurazione dell'ex Acna, si realizzi un più piccolo impianto al servizio dei sopracitati comuni, ma certamente questo non può avvenire distraendo fondi destinati a opere di bonifica che da troppo tempo attendono di essere realizzate.Ci auguriamo che, di fronte a questo tentativo di esproprio dei diritti primari della nostra popolazione, i comuni dell'alta valle piemontese aprano finalmente gli occhi e la smettano di appoggiare questa gestione commissariale.Certamente noi non resteremo a guardare e attiveremo ogni iniziativa legalmente possibile per impedire che si possa concretizzare questo scellerato disegno ordito a danno del nostro territorio".

da l' ancora: documento contro le ultime iniziative lucrose (per chi?) sull' acna e la regione piemonte cosa fa?

link:
http://www.lancora.com/06/2006-12-17/art_1p_03.html

testo:


Acna: documento contro l'esclusione piemontese

Acqui Terme. Convocata dall'assessore all'Ecologia del Comune di Acqui Terme, Daniele Ristorto, si è svolta nella serata di martedì 12 dicembre, a palazzo Robellini, una riunione del Comitato di crisi Acna - Valle Bormida per valutare gli sviluppi generati dalla firma, avvenuta il 26 giugno scorso, di un protocollo d'intesa tra Regione Liguria, provincia di Savona, Commissario delegato alla bonifica e Syndial, proprietaria dello stabilimento ex Acna ed interessata al progetto di reindustrializzazione del sito di Cengio. Alla riunione ha partecipato l'ex commissario delegato, Stefano Leoni, ed è stato stilato un documento che sarà inviato al Ministero dell'Ambiente ed alla Presidente della Regione Piemonte, nel quale si richiede che la medesima Regione prenda posizione contro l'accordo che esclude la collettività piemontese dalla possibilità di partecipare alle scelte di riutilizzo del sito a fine bonifica e che deresponsabilizzi il soggetto inquinatore. "Mi chiedo perché la Regione Piemonte - afferma l'assessore Daniele Ristorto - nel corso di questi due anni non sia intervenuta bensì abbia accettato in modo passivo le decisioni assunte dalla Liguria. Dopo aver promesso in campagna elettorale il pieno coinvolgimento della popolazione piemontese, proponendo anche la rinomina dell'ex Commissario delegato Leoni, ha lasciato tutto il potere decisionale alla Liguria ed all'attuale Commissario sino ad arrivare ad un protocollo d'intesa nel quale la Regione Piemonte non è neppure citata".Il documento inviato alla presidente della Regione, Mercedes Bresso, ed al Ministro dell'ambiente e Territorio, Alfonso Pecoraro Scanio, afferma che "il completamento dell'ultimo intervento di messa in sicurezza dell'emergenza ha segnato la fine dello stato di contingente pericolo per la Valle Bormida: ciò non significa che non debbano essere proseguiti e completati gli interventi di risanamento e ripristino ambientale, quale livello di risanamento minimo dovuto alle collettività piemontesi e liguri.Negli ultimi due anni si è perso quello spirito originario di collaborazione attiva e proficua fra le Amministrazioni Nazionali, Regionali e Locali; a fronte di un accordo siglato il 4/12/2000 e condiviso da tutte le Amministrazioni interessate: tre Ministeri, due Regioni e tutte le Province coinvolte per territorio. Dobbiamo purtroppo registrare che dopo sei anni è stato siglato un protocollo di intesa che esclude la collettività piemontese, ossia quella che è stata da sempre la più danneggiata, che intende deresponsabilizzare chi invece ha inquinato, facendo ricadere sulla popolazione gli oneri di gestione di un sito ancora da bonificare". La richiesta è pertanto quella "che non venga dichiarata la proroga dello stato di emergenza; che, visti i contenuti del protocollo di intesa del 26.7.2006, la Regione Piemonte si esprima pubblicamente contro l'accordo stesso e si attivi con tutti i mezzi a disposizione per denunciare le palesi illegittimità che l'atto contiene; che sia aggiornato l'accordo di programma del 4.12.2000 per completare le operazioni di bonifica, avvalendosi delle due Società Consortili Liguri e Piemontesi (Ce.STA e CREB) e sia avviato un tavolo congiunto di definizione dello sviluppo sostenibile della Valle, sia sul versante ligure che piemontese, tenendo conto anche della futura fruizione del Fiume Bormida; ed, a seguito dell'avvio della gestione ordinaria, venga costituito un Osservatorio Interregionale di supporto all'istruttoria per il procedimento di valutazione degli interventi di bonifica e di ripristino ambientale". (red. acq.)

Thursday, December 07, 2006

da l' unione monregalese:Ex-Acna: polemiche roventi tra Piemonte e Liguria

http://www.unionemonregalese.it/index.php?a=news&b=sp_news&id_topic=00003254

Wednesday, December 06, 2006

la diossina bonificata nel 2007:da la gazzetta d' alba, corrado olocco

ecco il link:
http://www.stpauls.it/gazzetta/0646ga/0646ga06.htm


commento di ilvo barbiero:

tolgono solo quella che è stata trovata, ma quella che non hanno cercato?

ho scoperto la contaminazione nel dicembre 1988, appena 15 anni per riconoscerlo e 20 per toglierne un pò.

E pensare che per poco finivo in galera e per questo.

E comunque ho mfc il movimento per questo.

Monday, December 04, 2006

da agenfax.it:m. zacchera chiede ispezione ministeriale

http://www.agenfax.it/index.php/content/view/7424/44/


ALL'ACNA SERVE UNA ISPEZIONE MINISTERIALE


Un intervento di Zacchera in Parlamento. (red. 1/12) - Che succede all’ACNA di Cengio (foto), come va avanti l’opera di bonifica? Sono alcuni dei quesiti che l’on.le Marco Zacchera ha rivolto al Ministro dell’Ambiente con una lunga e documentata interrogazione parlamentare “ Perché qui la bonifica non va avanti – sostiene il parlamentare piemontese di AN – mentre si continuano a spendere un mucchio di soldi e alcuni atti del commissario straordinario dott. Romano suscitano obbiettive perplessità tecniche e amministrative”.
Zacchera teme che il nuovo commissario non riesca infatti ad avere in mano la situazione e che soprattutto vengano duplicati i costi di monitoraggio “ Mentre bisogna procedere senza indugio alle operazioni di bonifica così come già concordato con gli enti locali e mille volte promesso, soprattutto per le aree pubbliche territorialmente in Piemonte.” Secondo Zacchera si sta perdendo tempo tenuto conto che il lotto 2 “Cesta” doveva essere bonificato entro il 2005 mentre non è ancora partito. “Un altro problema è capire che cosa vuole fare la Regione Liguria in questa zona perché se è vero che Cengio è nel suo territorio - sostiene Zacchera - è altrettanto vero che le conseguenze di queste scelte ricadono e ricadranno tutte sulla Valle Bormida e quindi in area piemontese”. Di qui la richiesta che il ministro convochi entrambe le regioni per un chiarimento ed avvii una ispezione ministeriale sui lavori di bonifica e sulla intera gestione commissariale”.